Erboristeria del dott. Milardo
Appena laureato ho lavorato per 4 anni in un laboratorio di produzione di integratori alimentari: ho gestito l’intera produzione e formulato integratori alimentari per farmacie ed erboristerie. La formazione universitaria è perfezionata da un master in “Fitoterapia Clinica” presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Firenze presso cui ho tenuto lezioni di laboratorio e di botanica. Sono anche redattore della rivista “L’Erborista“, di “Erboristi Mediterranei“, del blog del dott. Fabio Firenzuoli e per la webzine “farmacistionline“. La natura è la mia passione per cui, già dai primi anni universitari, raccolgo e classifico piante medicinali spontanee presenti in varie aree naturali della Sicilia; questo mi ha portato a organizzare corsi e lezioni, sia all’università sia in associazioni culturali, che riguardano la medicina tradizionale e la fitoterapia clinica.
Il sostegno caratterizzante e determinante sono le erbe, le piante come sono in natura, mirabilmente essiccate. A quasi dieci anni dalla laurea mi sono reso conto che tra le medicine eterodosse quella utilizzata nell’area mediterranea, derivante dalla medicina Ippocratica e Galenica, è l’unica a non essere regolamentata da un codice deontologico e professionale, a non essere tutelata dal punto di vista legislativo e culturale, essendo queste condizioni che la espongono a critiche e speculazioni. Si tratta della stessa cultura che i cinesi hanno esportato in tutto il mondo, anche in Italia, dove si pratica agopuntura o si prescrivono decotti basati sulla Medicina tradizionale cinese persino negli ospedali. Mai come oggi è necessaria una appropriata sistemazione in modo da renderla finalmente attendibile ed usufruibile. Nella cultura di massa purtroppo l’uso delle piante medicinali è ormai sovrapponibile a quello dei farmaci, per ogni sintomo o patologia si trova una pianta, un rimedio, trattando l’organismo umano come se fosse una macchina; ma lo è davvero? E quindi cosa è la vita? E’ davvero sbagliato trattare il corpo basandosi solo sulla conoscenza delle sue parti ed agire su queste? Sicuramente no.
Il dilemma di fondo è dunque l’applicazione alla complessità umana e vegetale della logica meccanica della macchina artificiale che si contrappone ma coesiste alla visione olistica, vitalista. Tutte le medicine, eterodosse ed ortodosse, hanno senso di esistere. Si tratta di differenti interpretazioni dell’organismo umano.
La parola d’ordine della mia erboristeria è personalizzazione attraverso la miscelazione di parti di pianta secca in taglio tisana o polvere.