Introduzione
La Malva (Malva sylvestris L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Malvaceae, oltre ad essere consumata come alimento è stata utilizzata per scopi medicinali e terapeutici sin dal 3000 a.C. per le spiccate proprietà lassative, emollienti e antinfiammatorie. 1
Tra le 4.200 specie appartenenti a questa famiglia, la Malva si trova nel gruppo di quelle economicamente importanti. Il nome deriva dal latino malgua o malagua e dal greco malatto che significa rendere morbido, molle, riferendosi dunque alle proprietà emollienti della pianta. Le specie di Malva sono erbe terrestri annuali, biennali o perenni, diffuse in quasi tutto il mondo ma abitano prevalentemente Europa, Asia, Nord Africa e America. 2
Descrizione
Quelle trovate in Australia (M. rotundifolia L., M. parviflora L., M. verticillata L. e M. sylvestris) sono considerate principalmente erbacce. L’origine della specie è incerta ma i centri di biodiversità plausibile sono rappresentati dalle regioni del Mediterraneo e dell’Asia sud-occidentale. Le parti vegetative sono comunemente coperte di peli; l’indumentum è però variabile. Le foglie sono semplici, alterne, più o meno palmate, con stipole. I fiori sono actinomorfi, ermafroditi, con cinque sepali e cinque petali. Le bracteole formano un epicalice e il frutto è uno schizocarpo con numerosi mericarpi con un seme. A seconda della classificazione, ci sono fino a 40 specie all’interno del genere. La maggior parte delle specie di Malva sono piante nitrofile, ovvero richiedono terreni ricchi di azoto per crescere correttamente. I loro habitat sono generalmente caldi e luminosi, situati principalmente in zone temperate. Le piante prosperano su terreni moderatamente asciutti che presentano una certa variazione del contenuto di umidità, con un pH da neutro ad alcalino e in zone leggermente areate. Molte specie di Malva si trovano comunemente negli habitat ruderali e nei prati. 3
Usi tradizionali
Le parti più utilizzate sono il fiore e la foglia. Il valore della Malva nelle medicine tradizionali si caratterizza principalmente nel trattamento della tosse e delle infezioni alla gola, come nel caso della medicina tradizionale persiana, in cui M. sylvestris è usata come mucolitico e antisettico. Nella regione mediterranea varie specie di Malva hanno una lunga storia di utilizzo per scopi alimentari oltre che medicinali: nei disturbi digestivi, respiratori, genito-urinari, scheletrici e della pelle; sembrano aver attraversato il tempo anche per gli spiccati effetti diuretici, lenitivi, spasmolitici, lassativi ed espettoranti, quindi utili anche nella tosse.
Ha goduto di notevole importanza per molti secoli uno sciroppo citato da Donzelli che “… mitiga l’ardore dell’orina, e specialmente quello, che è causato dalla gonorrea: Toglie la ruvidezza delle fauci, e della gola”; continua: “L’uso di tutte (le malve) è per clisteri, fandone decotto, overo per comporne cataplasmi emollienti. Si usava come cibo per lubrificare il corpo … Giovano medesimamente così applicate alle punture dell’Api, e delle vespi, e però chi si unge non può esser punto da loro… “.
L’ampio utilizzo della malva sembra essere parallelo alla sua elevata disponibilità allo stato selvatico. In effetti Galeno a suo tempo scrisse “La Malva selvatica ha virtù di digerire alquanto, e mollificare leggermente; ma la domestica quanto più ella ha in sé dell’umidità acquea, tante è più debole”, evidenziando, come altri, quanto le specie selvatiche fossero più efficaci dal punto di vista medicinale; continua scrivendo: “Il suo seme tanto è più valoroso, quanto è più secco.”
Robert James rivela che la malva “è sciogliente, rinfrescante, e mollificante, ed è una delle cinque erbe emollienti (con altea, viola, parietaria e mercorella), mitiga dolori, l’acrimonia delle orine. È giovevole ne casi seguenti: primo, dove la eccessiva acrimonia ha bisogno di demulcenti. Secondo, dove la troppo gran rigidezza ricerca rilassazione. Terzo, dove i dolori devono essere moderati. Quindi è che giova alle fibre secche, e rigide; lubrifica gl’intestini induriti, e guarisce anche la vertigine in quelli, che sono tormentati da mali ipocondriaci. È parimente molto efficace ne mali de polmoni degl’intestini, nella tisichezza, nella tosse, e nella raucedine. I fiori sono buoni per la infiammazioni delle gengive e dell’uvula.”
Chomel a tal proposito scrive che “Non si ordina quasi mai decozione emolliente e dolcificante senza la Malva; la sua radice, i suoi fiori, e i semi sono egualmente capaci di umettare, di lubrificare il ventre, di calmare i dolori, di raddolcire l’acrimonia delle orine, e di prevenire l’infiammazione …”.
Composizione chimica
C’è somiglianza tra M. sylvestris e M. aegyptiaca in termini di composizione chimica dell’olio essenziale. Sono disponibili molti studi che determinano la composizione fitochimica di M. sylvestris. Gli oli essenziali sono rappresentati principalmente da una miscela di 20-80 composti volatili presenti in quantità esigue in diverse parti della pianta. La stagione, il clima, il periodo di raccolta, le tecniche di distillazione e le condizioni geografiche ne influenzano fortemente la composizione. È stata rilevata la presenza di malvone A, un naftochinone, e monoterpeni diversamente noti, composti aromatici e diterpeni aciclici tetraidrossilati. La composizione degli oli essenziali dell’analisi gascromatografica e spettrometrica di M. neglecta ha rivelato 41 composti tra cui cineolo (18,8%), esatriacontano (7,8%), tetratetracontano (7,8%) e α‐ selinene (4,2%).
L’analisi fotochimica preliminare di M. sylvestris ha mostrato la presenza di polisaccaridi, cumarine, flavonoidi, malvina, un derivato glucosidico della malvidina, malvalina, scopoletina, derivati fenolici, steroli, niacina, acido folico, vitamine A, C ed E e tannini. Altri importanti costituenti flavonoidici sono derivati di gossipetina (un flavonoide giallo), ipolaetina-3‐solfato (flavonoide presente nel tessuto fogliare) e tre 8-idrossiflavonoidi. In M. sylvestris erano presenti anche sesquiterpeni, diterpeni e monoterpeni.
Si può notare dalle analisi come alcuni flavonoidi solfatati sono rilevati di rado; poiché gli esteri solfato rappresentano la forma più labile dello zolfo organico, essendo i legami piuttosto instabili alcuni flavonoidi solfatati non sono facilmente identificabili perché vengono degradati velocemente e quindi non vengono rilevati nelle analisi.
L’analisi gascromatografica e la spettroscopia di massa dell’estratto metanolico delle foglie di M. sylvestris hanno mostrato la presenza di molte sostanze tra cui derivati di piperidina, butanammina, morfolina, ditiocarbammato, vinilfenolo, acido ciclopropanedodecanoico, pirazolo, dietilmercaptale, pentacetato, tributilacetilcitrato e persino stigmasterolo con attività antimicrobiche e antivirali documentate. 4, 2
Proprietà medicinali
Considerando gli studi più importanti effettuati su varie specie di Malva, i suoi effetti antimicrobici, antiossidanti, antidiabetici, antiasmatici, antinfiammatori e cicatrizzanti appaiono come i più importanti.
Molti studi hanno esaminato la malva e proposto numerose proprietà. Gli estratti di foglie di malva mostrano proprietà anti-complemento, sopprimono il rilascio dei mediatori pro-infiammatori PGE2 e PGD2 e posseggono spiccate proprietà antiinfiammatorie. L’estratto di malva mostra anche proprietà antiossidanti e può distruggere l’H2O2 grazie alla sua attività catalasica.5 La somministrazione dell’estratto di M. sylvestris potrebbe anche ridurre i livelli di perossidazione lipidica e le attività della superossido dismutasi, CAT e glutatione perossidasi renali in ratti avvelenati con vanadio. 6
Numerosi studi hanno approfondito l’attività antimicrobica degli estratti di M. sylvestris e M. parviflora contro alcuni batteri.
Attività antimicrobica
Benso e colleghi hanno rivelato l’attività dell’estratto di foglie di M. sylvestris e delle sue frazioni su cellule infettate da Aggregatibacter actinomycetemcomitans, batterio spesso associato a parodontite aggressiva. L’estratto idroalcolico di M. sylvestris ha mostrato un effetto antibatterico su A. actinomycetemcomitans.7 Ulteriori studi sono necessari al fine di accertarne l’efficacia e la sicurezza, in modo tale da poterlo utilizzare nei collutori per la prevenzione della formazione del biofilm parodontale. Sono stati testati per gli effetti antimicrobici non solo gli estratti di Malva ma anche le loro frazioni nonché i composti isolati. A tal proposito, secondo un recente studio, una antocianina sembra avere una grande attività batteriostatica su S. aureus ma non contro E. coli e A. niger. L’attività batteriostasica verso Staphylococcus aureus peraltro è aumentata con l’aumentare del contenuto di antociani.8 È stata riportata anche un’attività antibatterica contro Helicobacter pylori.9
Il malvone A, presente negli steli di M. sylvestris, sembra essere l’ingrediente più attivo e responsabile del potenziale antimicrobico di questa pianta. Gli estratti e le frazioni di M. sylvestris hanno mostrato anche una forte attività anti ‐ HIV.26 I risultati di numerosi studi confermano che, a causa del crescente tasso di resistenza acquisita dagli antibiotici, vi è un’enorme necessità di esplorare il potenziale dei composti attivi derivati dalla specie Malva.2 Non a caso, Razavi e colleghi rivelano che M. sylvestris mostra attività antibatterica contro lo S. aureus resistente alla meticillina.10
L’importanza della rutina sull’infiammazione
La complessità dell’infiammazione non risolutiva e la mancanza di comprensione rendono difficile la terapia farmacologica. Sono necessari approcci terapeutici su più fronti per trattare le malattie infiammatorie croniche e gli interventi potenti possono aumentare il rischio di effetti avversi.
Importanti studi sono stati di recente effettuati da Bruna Benso, tra le studiose che più hanno approfondito gli effetti della malva, ricercatrice presso l’Università statale di Campinas e la School of Dentistry di Piracicaba in Brasile. La malva può trattare e prevenire l’infiammazione grazie al controllo della produzione eicosanoidi, tra cui mediatori dell’infiammazione come prostaglandine, citochine (IL-1β IL-6, IL-8) e il fattore stimolante le colonie di granulociti-macrofagi GM-CSF. Sembrerebbe che la malvidina 3-glucoside, la scopoletina e la quercetina siano collegate a tale attività biologica. La frazione acquosa di M. sylvestris, conclude uno studio, è antinfiammatoria e possiede spiccate capacità antiossidanti analizzate con diversi metodi in vitro e in vivo. Inoltre, data la sua attività multi-target, la frazione bioattiva può essere un buon candidato nella terapia delle malattie infiammatorie croniche.
I meccanismi coinvolti nell’inibizione della migrazione dei neutrofili al sito danneggiato sono accompagnati dalla riduzione dei marker infiammatori e dello stress ossidativo. La frazione acquosa ha promosso una significativa riduzione dell’IL-1β che è coinvolta nel rilascio di prostanoidi. Il rilascio di citochine pro-infiammatorie è correlato al processo di migrazione e stimola l’adesione dei neutrofili nell’endotelio vascolare e la trasmigrazione al sito infiammatorio.
La frazione acquosa di M. sylvestris, conclude lo studio, ha attività antinfiammatorie, anti-oesteoclasteogeniche e antiossidanti. Inoltre, la frazione bioattiva e il suo composto principale, la rutina, possono essere un buon candidato per lo studio di sostanze per la terapia delle malattie infiammatorie croniche.11
Gli effetti sul cancro
Da uno studio recente si evince quanto M. sylvestris riduca la xerostomia, aumentando la secrezione salivare o mantenendo il contenuto d’acqua della mucosa nella cavità orale. Inoltre, la riduzione degli effetti collaterali renali ed epatici indotti dal cisplatino è stata dimostrata utilizzando l’estratto idroalcolico. Il pretrattamento con estratto di malva ha protetto il rene e il fegato dagli effetti collaterali indotti dal cisplatino e ha ridotto sia lo stress ossidativo sia l’infiammazione. 12
Due importanti studi su umani hanno dimostrato l’efficacia di una miscela a base di Althaea digitata e M. sylvestris sulla prevenzione della mucosite acuta e della xerostomia indotte da radiazioni. 13, 14
È stato condotto uno studio clinico eseguito su pazienti sottoposti a radioterapia per il cancro alla prostata al fine di valutare l’efficacia della malva nella prevenzione della disuria indotta da radiazioni, riscontrando notevoli effetti protettivi.15 La combinazione di A. digitata e M. sylvestris è stata anche testata sulla prevenzione della proctite acuta da radiazioni in pazienti con cancro alla prostata in uno studio controllato, randomizzato in doppio cieco. La proctite è l’effetto avverso più comune della radioterapia sul cancro degli organi pelvici che causa diarrea o feci molli, dolore anale, tenesmo, secrezione di muco, urgenza e frequenza e sanguinamento. L’infusione di una combinazione dei due fiori in polvere ha prevenuto gli effetti collaterali gastrointestinali della radioterapia prostatica, come il disagio anale, ha ritardato inoltre la necessità di analgesici e antidiarroici.16
L’effetto antiinfiammatorio e cicatrizzante
Tra le specie Malva, solo due specie, vale a dire M. sylvestris e M. parviflora, sono state studiati in vivo per le loro proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti. M. sylvestris ha ridotto significativamente il danno neuronale mediante meccanismi che coinvolgono l’aumento dell’attività della superossido dismutasi, la soppressione del fattore nucleare kB, IL-1 e IL-6 . Gli effetti neuroprotettivi sul sistema nervoso centrale sembrano avere una certa rilevanza.17
La malvidina 3 ‐ glucoside sembra essere il principale composto bioattivo responsabile dell’effetto antinfiammatorio. Uno studio ha valutato l’azione antinfiammatoria topica dell’estratto idroalcolico. L’applicazione topica ha ridotto l’edema dell’orecchio, l’afflusso di cellule polimorfonucleate e i livelli di interleuchina-1β. L’applicazione topica della malvidina 3-glucoside è stata anche in grado di inibire l’edema dell’orecchio e la migrazione dei leucociti. Gli altri composti testati, scopoletina, quercetina e malvidina 3,5-glucoside sono stati in grado di prevenire la formazione dell’edema e l’infiltrazione cellulare, ma con minore efficacia rispetto sia all’estratto idroalcolico sia alla malvidina 3-glucoside. 18
Inoltre, Martins e colleghi hanno suggerito che gli effetti antiinfiammatori degli estratti di M. sylvestris sembrano essere correlati all’induzione di mediatori antinfiammatori come le prostaglandine PGE2 e PGD2.19
Diversi studi hanno documentato gli effetti sulle ferite. Il meccanismo attraverso il quale M. sylvestris esercita il suo potenziale di guarigione delle ferite non è chiaro. Da un recentissimo studio, sembra che la pianta agisca sulla formazione di tessuto di granulazione della pelle. 20 In uno studio, il tempo di guarigione della ferita è più breve di 10 giorno utilizzando la malva rispetto alla sulfadiazina.21
Costipazione funzionale
In uno studio controllato con placebo è stato confermato che uno sciroppo a base di fiori di M. sylvestris (1 g di estratto al giorno) è efficace e sicuro per il trattamento della stitichezza funzionale nei pazienti adulti.22
Più recentemente, è stato valutato un estratto acquoso che ha avuto un potente effetto contro la stitichezza indotta da loperamide, in parte attraverso un aumento della motilità gastrointestinale, ma anche grazie alla stimolazione delle secrezioni intestinale di acqua e alle sue proprietà antiossidanti. Potendo essere una patologia causata da infiammazione cronica intestinale, essendo generalmente accettato che i radicali liberi causano la perossidazione lipidica della membrana con conseguenti danni cellulari significativi, l’effetto antiossidante svolge un ruolo fondamentale nella stipsi come in altre patologie gastrointestinali. L’estratto infatti migliora la motilità gastrointestinale, mitiga la perossidazione lipidica del colon e il sovraccarico di H2O2, preserva dunque le attività degli enzimi antiossidanti e i livelli di antiossidanti non enzimatici, così da avere sulla stipsi una efficacia più completa. 23
Asma
La somministrazione a breve termine di una miscela di erbe composta da Matricaria chamomilla, Althaea officinalis, M. sylvestris, Hyssopus officinalis, Adiantum capillus ‐ veneris, Glycyrrhiza glabra e Ziziphus giuggiola per 5 giorni in uno studio clinico randomizzato in doppio cieco su 46 i bambini (7-12 anni) con asma intermittente ha ridotto significativamente la gravità della tosse e dei risvegli notturni rispetto al placebo. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare la giusta combinazione di erbe, dose e regime di trattamento a base di erbe.24
Attività antidiabetica
Sembra esserci una contraddizione in due studi riguardanti l’attività antidiabetica di M. parviflora. Alcuni autori segnalano una debole attività mentre altri forti effetti. Fondamentalmente, queste differenze sono ascrivibili alle parti di pianta usata, ai solventi di estrazione e persino ai modelli di test utilizzati. Uno degli obiettivi del farmaco antidiabetico è l’alfa ‐ amilasi, la cui inibizione limita l’assorbimento del glucosio sopprimendo la digestione dei carboidrati. Le frazioni lipofile e idrofile delle foglie di M. sylvestris, secondo un recente studio, sono state in grado di inibire l’attività alfa-amilasica pancreatica suina e, quindi, potrebbero essere utilizzate nel trattamento del diabete.25
Sostenibilità e ambiente
Oltre agli usi tradizionali, i focus dei recenti studi vertono sui possibili ruoli nell’agricoltura sostenibile e in altre pratiche legate alla conservazione dell’ambiente. Gli estratti di M. sylvestris sono applicabili per l’effetto fungicida nel controllo dell’antracnosi dei fagioli e per la sintesi di nanoparticelle con potenziale utilizzo nella medicina e nell’industria, mentre le foglie secche agiscono come adsorbenti a basso costo per rimuovere il mercurio e il rame dall’acqua di mare, dalle acque reflue e dall’acqua dolce.
Un motivo per favorire la coltivazione della malva consiste nella notevole proprietà di accumulare alcuni inquinanti, ad esempio metalli pesanti, cadmio e cromo; è stata infatti proposta per il biomonitoraggio di contaminanti nell’ambiente. 2
Tossicità
La tossicità della specie Malva per gli animali è molto rara ma in letteratura M. neglecta Wallr. è stata causa ipocalcemia nelle mucche, ma il meccanismo dell’azione non è chiaro.
In uno studio sono stati osservati alcuni effetti collaterali moderati, tra cui diarrea, rigurgito acido, nausea, peggioramento della stipsi, dolore epigastrico, bruciore di stomaco e orticaria.27 Inoltre, in letteratura sono presenti due casi di danno epatico e renale dopo assunzione di due varietà di M. sylvestris e di grandiflora. In entrambi i casi, i pazienti mangiavano malva in un pasto e la natura del danno d’organo era acuta.22
Uno studio controllato su cavalli ha mostrato che il consumo di grandi quantità di M. parviflora ha provocato danni al bilancio energetico. Pare che gli acidi grassi contenuti nella pianta siano responsabili di questo e dell’aumento di acilcarnitina.2
Tuttavia, non vi è alcun supporto scientifico chiaro e netto riguardo la tossicità quando utilizzata in dosi sicure e sotto indicazioni terapeutiche. I dati tossicologici sono limitati, la lunga storia d’uso come risorsa alimentare sottolinea l’assenza di problemi di sicurezza riguardo l’uso orale.
Rivista: L’Erborista
Mese: Gennaio 2021
A firma: Fabio Milardo
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